
Ciao ragazze!
Oggi rimaniamo sempre con Leopardi, ma ci spostiamo in un lato un po' più triste della sua vita. Si parla de "Il passero solitario", un componimento abbastanza lungo che però ha il suo fascino, dove si descrive un quadro festante di primavera fatto di luci e movimento, ma tuttavia c'è un passero che se ne sta tutto solo in disparte e non fa parte del divertimento e dei festeggiamenti. Come quel passero, anche lui non prende parte della festa, standosene solitario anche sapendo che se ne pentirà un giorno. Leopardi è così, solitario e bravo poeta, purtoppo troppo pessimista che pensa che la felicità si trovi solo uscendone fuori da un dispiacere più grande o nella speranza al futuro. Strane idee tristi e sconsolate che lo rendono una figura cupa e misteriosa, che però si esprimerà molto meglio nei suoi capolavori. Quindi, parlando del passero solitario, specialmente nella prima parte si nota la sua tristezza, che mentre tutti gli uccelli cantano, volteggiano e si divertono, tutta la campagna risplende la primavera, anche gli altri animali sono allegri, c'è un uccello che invece si distacca da tutto ciò, non vola, non canta, non ama la campagna e non si gode il periodo migliore della sua vita, quasi lo spreca a guardare gli altri. Questo suppongo che sia il suo riflesso, il suo carattere riflesso in quello di un innocuo passero che lo rassomiglia. Comunque, lui parla con l'uccello, gli racconta che anche lui non festeggia il giorno che sta finendo come gli altri, che quasi è estraneo al suo paese natio, mentre invece spari e canti rieccheggiano di paese in paese. Lui non gode della spenzieratezza di un comune giovane, ne dell'amore. Lui, è solitario, e guarda la gente vestita per la festa che guarda ed è guardata. Intanto, pensa secondo me alla felicità, perchè rimanda questa serenità a tempi migliori per lui, quindi spera e per lui sperare è un avviso della felicità che arriverà. E guarda anche il sole che cala paragonandolo alla serenità della gioventù che sta finendo oramai. E continua a parlare all'uccello, che lui anche se muore non si potrà pentire di essere come è stato perchè lui è così e la natura lo ha fatto così, ma lui si potrà pentire e quasi si sminuisce perchè la natura non può evitargli di invecchiare, allora quando neanche agli altri importerà più niente di lui, si fa domande su se stesso, di cosa sarà dei suoi anni passati e di cosa ne sarà di lui. Allora non rimarrà altro che pensare al suo passato triste e sconsolato.
Insomma, una poesia che per qualcuno potrebbe essere troppo triste o anche deprimente. Ma ha una sua strana logica, anche se insensata, perchè tutto è concentrato su lui, su ciò che sta facendo e sa già che se ne pentirà. Non è un ragionamento utile, anzi curioso, per questo ti spinge a leggere, continuare a leggere fino alla fine per sapere come andrà a finire, ma la soluzione è sempre quella, il triste destino sconsolato a cui crede di non poter scappare.
Potete trovarla a questo link, http://digilander.libero.it/interactivearchive/leopardi_passero.htm ma non vi assicuro che sarà una poesa allegra, perchè lei è diversa, non pensa all'aspetto estetico e a quello che potrebbero pensare gli altri, pensa al suo assolato dialogo con il passero protagonista, ma in realtà parlerà di se stesso e della sua desolazione che fa intenerire e riflettere su certe cose che a volte sorvoliamo, su certi principi che non affrontiamo. Come magari anche una persona che noi vediamo sola, il mettere a punto le cose che lui ci racconta nelle poesie nella realtà, vedere se magari anche lui, solo ha bisogno di compagnia, pensa di essere perduto e salvarlo da una tristezza o solitudine. A volte anche le poesie possono essere desolate, ma comunque belle.
Magari si trova un divertimento anche li ;)
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