Eccomi qua...


Sono una teenager, una ragazza semplice a cui piace lo sport, l'essere attivi e sprintosi. Sempre.

Io spero che frequentiate questo blog, come una sorta di punto di riferimento in cui troverete anche una mano d'aiuto, se necessario. ;) Ciò che pubblicherò, sarà frutto della mia passione per la letteratura e per l'originalità, la libertà di esprimere il proprio parere ed un pizzico di fantasia... e ne ho tanta! :o)

Grazie =)

venerdì 3 giugno 2011

*Cesare Cremonini*



Ciao Ragazze!


Oggi voglio parlarvi, reduce da tante disavventure accadute tutte troppo insieme, di un cantante che non mi piace poi così tanto, ma non è così brutto. Cesare Cremonini, che ha iniziato la sua carriera con i magnifici Lunapop, che tanto mi hanno fatto sognare. Ad alcune loro canzoni sono legati i miei ricordi, le magie delle mie avventure, i video dei film. E tutto precipita nei pensieri più profondi, talmente le canzoni possono rappresentare il passato. Io adoro "50 Special" e "Qualcosa di grande" *-* Ma dopo la sua gioventù un po' pazza con questo gruppo, esso si scioglie e lui diventa solamente Cesare Cremonini. Beh, a me piacciono molte sue canzoni, non è male, rientra forse nella lista dei miei preferiti ma senza tanti pregi. Non so che dire, uno stile tutto suo e una voce così particolare. Come i "Hello", duetto con Malika Ayane, canzone stupenda nata dall'intreccio di due voci così soffuse, dolci e particolarissime. Poi c'è anche "Mondo" duetto con Jovanotti, molto bella ma sopratutto significativa... oltre l'allegria ed il ritmo, in una semplice canzone si può percepire molto di più; significati nascosti, parole che ci trasmettono qualcosa. Ma la maggior parte dei casi, foga xD Ma anche sentimento, rancore, dolore, tranquillità, Tutto quello che la musica ci può dare è molto più di quanto possiamo aspettarci. Io non so come farei senza. Ma se vi piace Cesare, e avete qualche osservazione, non esitate a scrivere ;)

martedì 31 maggio 2011

*Jovanotti*



Ciao Ragazze!

Naturalmente inizio dal mio preferito :') Lui, che la prima volta che lo sentii fu un'estate, tornando dal mare, alla radio, una mamma aveva dedicato "A te" al figlio, mentre la ascoltavo ricordo bene che passai davanti alla pubblicità della Coca-Cola e attaccavo l'orecchio alla radio per sentire meglio quel mago di cantautore. Ogni parola, preziosa come una perla, risuonava forte e speciale per trasmetterne tutti i significati possibili. L'amore usciva come un fiume in piena dalla radio, le parole di quella dolce melodia dedicata alla moglie. Dopo di quell'avvenimento mi informai e diventò il mio cantante preferito, facendone un punto di riferimento della musica. Anche ora che scrivo risuona nelle mie orecchie "Serenata Rap" eppure non mi disturba, riempie sempre il silenzio e lo rallegra, non mi stufa mai, mi accompagna sempre e mi aiuta in ogni momento della mia giornata. Capisco benissimo che per altri potrebbe essere un cantante scarso, dalla "S strana", non bellissimo o altro; ma per me rimane sempre quel Lorenzo che a me piace tanto, nonostante critiche e parole. Di lui so quanto basta, non mi importa sapere tutto di lui, mi limito a sapere della sua carriera musicale, la maggior parte delle sue canzoni a memoria e piena zeppa di sue composizioni nel computer, mp3 e cellulare. Lo sostengo davanti alle critiche, non mi interessa dei giudizi altrui, e capisco bene che non è il migliore. Ma per me è... non lo so spiegare.

La mia canzone preferita è "A te", è semplicemente magnifica. ma anche tutte le altre sono molto belle, anche le più vecchie. Ultimamente penso che abbia un po' abbandonato il suo stile movimentato ed energico per lasciare spazio a romanticisimi che da giovane forse non aveva ancora afferrato. Ma questi sono miei pensieri, e i vostri??

<< La verigine non è paura di cadere, ma voglia di volare>>

VIVERE FINO A IMPAZZIRE SENZA MAI STANCARSI

Citazione ^.^



Ciao Ragazze!


Volevo proporvi una citazione particolare prima di iniziare ad analizzare i vari cantanti singolarmente... Caspita quanto mi dispiace che nel mio post precedente sia stato tutto cancellato :'( Era uscito così carino... ma ora rimane così com'è.

Il mio mito, prima di diventare ciò che è adesso, sognava di intraprendere la carriera della musica. Ora fa qualcosa di diverso, ma la musica resta sempre nel suo cuore, e agli inizi della sua carriera, la amava davvero, tanto che un giorno disse << Non c'è niente come la musica. Niente che ci tocchi così profondamente. La musica riesce a svelarci tante emozioni che non sapevamo di avere>>. Ha ragione. In tanti modi si può descrivere la musica, anche se le parole limitano i significati. Ma questa frase è davvero bella, infondo da lui cosa ci si poteva aspettare. Lui che mi ha insegnato tanto, lui che è ancora nel mio cuore come un eroe. Come l'eroe. Un pirata romantico di nome Johnny Depp.

venerdì 11 marzo 2011

Aria di Cambiamenti



Ciao ragazze!


Ci avete mai pansato che la magia della letteratura e l'incanto della musica fin troppo spesso si fondono assieme, si confondono, si uniscono in una cosa sola? Io si, molte volte, per questo vi avevo già preannunciato un cambiamento estivo, che penso verrà anticipato. Perchè infondo chi è che ci costringe a seguire sempre un filo logico? E allora spazio al caos totale, perchè la monotonia talvolta è noiosa ;)

Infatti, la fantasia sconosciuta e infinita della musica, del suo immenso mondo, vasto di parole cantate, raccontate, piante. Testi, spartiti, strumenti, emozioni, urla, sussurri, musica pura e libera. Io amo la musica, tutta, la ascolto con il mio cuore, viaggio nel mare dell'immensità e divento rossa dall'emozione, sento ciò che si racconta, sento il tocco dele parole nei miei pensieri. Come punto di riferimento ho un cantante particolare preferito, ma ascolto tutta la musica, anche se non so distinuguerne i generi la classifico in base agli autori. Infatti per me una delle cose più importanti è sapere se l'autore di quella canzone è un cantautore o no. Se non lo è, dico, che bravo, bella voce e tutto sta li. Ma se è un cantautore, le parole sono venute dalla sua stessa bocca, dai suoi pensieri, dalla sua mano, allora sa cosa voleva intendere e le parole sono piene di sentimento che senti dentro di te. Jovanotti... Ma io adoro tutti i cantanti italiani, da Ligabue a Cesare Cremonini, Laura Pausini e via dicendo e chi più ne ha più ne metta. I cantanti italiai apparte alcune eccezioni, sono eccezionali. Fanno sognare, coinvolgono, sono veramente dei maghi della musica. Spostandoci all'estero io adoro gli Evanescence, ma tanti altri sono molto bravi, ma li ascolto davvero tutti. Amo la musica, fa sognare, sfogare, ti accompana sempre ed ovunque, tappa il silenzio assordante della solitudine e svaga dia brutti pensieri. Ti fa entrare in un mondo che è come tu lo vuoi, senza pretese. Voi concordate? Concordate col fatto che sia la cosa più unica del mondo, che non ti tradisce e che non morirà mai? La musica, un qualcosa di misterioso ma di così tanto indispensabile chè per me è una delle scoperte più importanti di tutto. Sono curiosa di sentire la vostra ;)


P.S. avevo scritto un bel discorso, ma c'era un errore di digitazione che mi ha cancellato tutto quello che c'era scritto dopo, cioè tutto il post :( mi dispiace, a presto e... Auguri a tutti gli italiani, w l'Italia!

venerdì 18 febbraio 2011

Amore... da un'altro punto di vista


Ciao ragazze!

Ho pensato che potrebbe interessarvi una lettura alternativa, cioè diversa da tutte le altre. Certo, ogni poesia è differente dall'altra, ma questa cambia proprio punto di vista. Noi tutti vediamo l'argomento "Amore" come bello, crudele, sofferente, emozionante, bellissimo, noioso e tutto il resto. Ma qui parliamo di una persona che lo vede in un modo ancora diverso, quasi allucinante. Avete mai provato ad amare, pensando che sotto quella canida pelle, quel lucente viso, c'è pur sempre uno scheletro destinato a morire? Argh, mi fa rabbrividire soltanto scriverlo, perchè non rientra nel mio modo di pensare. Per quanto ne so io, l'amore può essere anche un sentimento pesante, ma questa domanda, se pur logica, non vorrei mai farmela, mai ricordarmela, mai metterla in conto. Eppure, questo innamorato di nome Tarchetti l'ha fatta a se stesso, ed il risultato è la poesia "Memento mortis" che se non ricordo male significa "ricorda la morte" o qualcosa di simile. Comunque, questo raccappricciante componimento parla di lui, che quando bacia il labbro profumato della ragazza, non può dimenticare che sotto c'è un bianco teschio, o quando stringe a se il suo corpo vezzoso non può scordare che nascosto sotto c'è uno scheletro. E in questa orrenda visione, che ovunque tocchi, bacia o posi la mano, sente sporgere le fredde ossa di morto.
Aargh! Beh, ho deciso di affrontarla perchè cambiare è bello e necessario e questa poesia da una nuova luce alla pagina dell'amore, che mai avevamo preso in considerazione. Secondo me questo ragazzo dveva essere tanto innamorato da crearsi forse dei complessi, problemi inutili che ha deciso di mettere nella sua poesia, anche se chiamarla così fa quasi paura. Ma lo è, a tutti li effetti. Infondo, chi ci dice come fare, cosa scrivere e cosa pensare per il nostro componimento? Nessuno, ed allora eccone una orginalissima. Certo, segue anch'essa un filo logico, ciò che dice o racconta è vero, solo che raccontato in un modo pauroso, dalla parte di un ragazzo innamorato, e chi penserebbe mai che una persona pensa queste cose della donna amata? Vertiginoso. Risalta molto anche la sua consapevolezza della caducità della vita. Piccola ma fin troppo lunga, per chi ama davvero. Per questo, sebbene talvolta nella poesia ci si può immedesimare, riflettere, trarre le proprie conclusioni, questa volta è un po' più difficoltoso, ma nonostante tutto ricordiamoci che gli autori non siamo noi, per ciò non siamo dovuti a condividere le opinioni dello scrittore. Per ciò, tranquilli amanti di tutto il mondo ;))

Infine, potete trovare questa poesia al seguente link: http://pamabu.altervista.org/atarchetti.html

P.S. Sempre in questo link potete trovare anche un'altra poesia dello stesso Tarchetti, però riferita a se stesso. Io non l'ho capita molto bene, ma se voi si non esitate a scrivermi ;D

martedì 15 febbraio 2011

Consigli poetici ;)


Ciao ragazze!

Vorrei consigliarvi qualche poesia da leggere voi personalmente, poi fatemi sapere il vostro parere ed il vostro commento. Per confrontarci, diciamo. Inoltre, non approfondisco "l'analisi" di queste poesia perchè appartengono ad un autore che in questo periodo stiamo vedendo molto spesso, per ciò non vorrei essere monotona. Si parla di Leopardi, di due suoi componimenti uno più conosciuto dell'altro, e si tratta rispettivamente di "A silvia" e "Alla luna". Sono molto belli entrambi, anche perchè dovete sapere che, per quanto potesse essere solitario, anche Leopardi ha avuto il suo amore da provare. Quindi, ecco i link, poi fatemi sapere, anche perchè magari più in la potremo approfondirle:


P.S. Vi consiglio anche i componimenti molto particolari di un poeta al fronte, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, e parliamo di Bertolt Brecht, ribelle contro i potenti e sensibile nelle poesie, chiaro il suo modo di pensare. Il suo stile inconfondibile vi stupirà ;)

Mi raccomando ;) A presto.

lunedì 14 febbraio 2011

Un giorno speciale


Ciao ragazze!

Ancora una volta torniamo da lui, il mitico Leopardi. Abbiamo tralasciato fino ad oggi un altro suo componimento, "il sabato del villaggio". Dove la gente al tramonto pregusta già l'allegria del giorno successivo di festa, la Domenica. ma, come sempre, il pessimismo ha la vinta su di lui e non si gode nemmeno questo briciolo di allegria riproponendo a se stesso il continuo interrogativo se esista veramente la felicità. Penso che sebbene tutta questa desolazione, in Leopardi c'era un grande cuore fatto per amare e gioire se solo avesse avuto qualcuno che lo accompagnasse e lo aiutasse, o lui stesso avesse avuto un carattere più forte. Sarebbe stato il miglior poeta di tutti i tempi per tutti, ma questa suo modo di essere a fatto si che la sua immagine comparisse cupa e noiosa. Ma invece no, oltre le apparenze e i pregiudizi anche con una poesia si può capire una persona, il suo essere e le sue ragioni. Allora, ascoltiamo.... che la ragazza giunge dalla camopagna con l'erba per gli animali ed un mazzo di fiori per prepararsi per il giorno successivo, i capelli ed il petto. Ed intanto un'anziana che fila con le vicine, volta al tramonto raggonta come fosse una favola la sua giovinezza, quando anche lei, sana e snella, si adornava e ballava con i suoi compagni di gioventù. Tutta l'aria intanto si fa scura, poi l'azzurro e infine le tornano le ombre dei colli e dei tetti al sorgere della luna. Ora la campana annuncia la festa che arriva e a quel suon il cuore si consola. Qui Leopardi parla con te, si rivolge a te e fa capire che racconta, qualcosa che ha vissuto personalmente e ti dice che, se tu ci fossi stato, udendo quel suono diresti che conforta il cuore. Ed i ragazzi in piazza saltano in gruppo facendo un rumore piacevole: e intanto il zappatore torna a cena pensando fra se al suo giorno di riposo. Poi quando tutt e le luci sono spente e tutto tace, senti il martello, senti la sega del falegname che veglia chiuso in bottega alla luce del lume, e infretta si da da fare per finire il lavoro prima dell'alba. Questo settimo giorno pieno di speranze e gioia è il più gradito mentre domani le ore porteranno tristezza e noia, e al solito lavoro ognuno tornerà. Ragazzo festoso, l'adolescenza è l'età delle speranze, come in un giorno pieno di allegria, un giorno chiaro e sereno, che viene prima della giovinezza, l'età che si immagina sia la più felice. Godi, ragazzo, una condizione dolce e una stagione lieta è questa. Non voglio dirti altro, ma non ti dispiaccia che la giovinezza tardi ancora aad arrivare.
Questa specie di spiegazione è stata un po' sintetica, inoltre mezza parafrasi e mezza che ho pensato io personalmente. Perciò si può prendere come un semplice quadro della situazione generale della poesia. Si è capito che anche se la poesia è intitolata al sabato, si parla comunque della Domenica, si rivolge personalmente al lettore raccontando i fatto tramite i suoi occhi, ma poi sei tu a decidere che pensare. Si vede questo suo modo quasi romanzesco, ma non proprio, di raccontare i fatti dal suo punto di vista sempre un po' affranto, non precisandone i motivi. Ma consiglia, nonstante tutto al ragazzo che legge la sua poesia, o ragazza, che mentre lui sta vivendo così la sua giovinezza perchè oramai è andata così perchè lo ha scelto, lui può ancora rimediare, può ancora vivere l'adolescienza allegra e spenierata di un giovane qualunque. Questo suo confidarsi, parlare con chi legge fa sentire a proprio agio e ci spinge a riflettere più a fondo. A pensare a noi, a cosa intendiamo fare della nostra gioventù, ai nostri modi di pensare, e perchè no, a criticare le sue idee. Questo è leggere una poesia, questo è essere coinvolti in una poesia, annegati dalla lettura.
Link per "Il sabato del villaggio" di Leopardi: http://www.filosofico.net/leopardidifestaa.htm

venerdì 11 febbraio 2011

Lavandiamo una nuvola?

Nuvola di tag della poesia "Lavandare" di Pascoli

Lavandare aspettando



Ciao ragazze!
Ora voglio tornare a Pascoli, visto tempo fa con X AGOSTO, ma parliamo di una poesia dallo stile simile, ma argomento differente. Lavandare. Significa lavare i panni, come si faceva un tempo. Questa poesia è semplice, composta da due terzine e una quartina, presenta un paralleismo tra l'aratro ed una ragazza di cui non si sa il nome, ma solo un vago "tu". Dice che nel campo arato nero e l'altra metà non arata che si presenta grigia, c'è un'aratro privo di buoi, che sembra dimenticato tra la nebbia. E un rumore ritmico arriva dal canale, lo sbattere i panni nell'acqua delle lavandaie, con rumori cupi dei panni sbattuti nella pietra, e lunghi canti: il vento soffia e nevicano le foglie secche autunnali e tu (la donna aspetta inutilmente il ritorno dell'amato) non torni ancora al tuo paese! Come quando sei partita sei rimasta! Come l'aratro in mezzo al campo lasciato a riposo.
Questi ultimi versi sono stati anche ispirazione di molte canzoni d'amore attuali, questo "tu" rivolto a chi, non lo sapremo mai, ma possiamo immaginarlo. Ovviamente la mezza parafrasi è fatta un po' personalmente, un po' sul "secondo me" come anche le altre, perchè comunque per una poesia non potremmo mai sapere con certezza cosa voleva veramente dire. Questo componimento è un po' misterioso, si parla dell'aratro ma il punto è un'altro, il centro del discorso è la donna, la donna che aspetta come l'aratro via dal suo paese, e intanto le stagioni passano. Per lo meno immagino osì perchè mi viene un po' complicato, e non riesco a percepire il collegamento con la storia della donna. Invece penso che sia possibile che l'autore non volesse veramente raccontare questa storia sotto un'altra forma, ma che volesse veramente intendere ciò che ha scritto senza tante complicazioni. Tutto è possibile, però la poesia ha senso ed è carina anche così. Potete trovarla anche su http://www.poesieitaliane.it/poesie_italiane_p_01.php?idt01=16 e farmi sapere che ne pensate, perchè è una situazione curiosa e mi piacerebbe sentire la vostra ;)

La dolcezza dei ricordi

Ciao ragazze!

Oggi vi voglio parlare di un poeta già accennato in un precedente post, che si distacca molto dal pensiero Leopardiano e bidogna tornare indietro di cinque secoli. Parliamo del trecento, l'autpre della bellissima opera "Il Canzoniere", considerata la più grande opera di poesia lirica della letteratura italiana insieme alla "Divina Commendia" di Dante e al "Decameon" di Boccaccio. Francesco Petrarca ha fatto quest'opera di circa trecentosessanta poesie, e la maggior parte dedicate alla sua inutilmente amata Laura. E' come una specie di itinerario dove si notano prima l'immagine di Laura come critica per la sua indifferenza verso di lui, poi come amore impossibile, ed anche per invocarle pietà. Ma alla morte di Laura colpita dalla peste nel 1348 lei torna da lui in sogno, ma non dimostra la stessa indifferenza che aveva in vita, ma interesse e dispiacimento verso le sofferenze del poeta deluso ed affranto. Una storia emozionante, dolce e amorosa ch voglio presentarvi in piccola parte con un pezzetto, forse uno dei più belli, del Canzoniere, cioè "Chiare, fresche, dolci acque", molto molto dolce verso questa donna a cui vuole dimostrare tutto il suo infinito amore. Ambientata a Valchiusa, una bella valle di Avignone dove spesso ha potuto vedere lei, Laura. Ora lei non c'è più, ma tutto la ricorda, anche le chiare acque del fiume. Inizia con il descrivere le acque dove lei si immerse, lei che per lui era l'unica donna; anche il ramo (e il ricordo lo fa sospirare) dove a lei piaque appoggiarsi, erba e fiori dove lei si coricò. Grazie a i suoi occhi, l'amore quasi si personifica e gli apre il cuore: invita anche il lettore a dare ascolto alle sue parole ricolme di dolore.
Questo è una prima parte del componimento, ma ora saltimo un bel pezzo per arrivare alla penultima strofa.
Da quei bei rami scendeva una pioggia di fiori (che è dolce ricordare) sul suo grembo e lei restava seduta e umile davanti a tanta richezza della natura, ricoperta da una nube di fiori amorosa. Alcuni fiori caevano su una parte di gonna, altri sulle trecce bionde che quel giorno sembravano oro puro abbellito da delle perle. Uno in terra, l'altro sulle onde, l'altro ancora fluttuando dolcemente sembrava voler dire che li regnava l'amore. Perciò quante volte lui pensò pieno di turbamento, che quella creatura doveva venire dal paradiso, perchè il suo bellissimo portamento, il suo volto, le parole e il suo sorriso gli avevano tolto la coscienza e talmente separato dalla realtà che sospirando diceva "come e in che modo sono venuto qui?"perchè credeva di essere in cielo e non li dove invece realmente era. Da allora in poi, questo posto mi piace talmente tanto che altrove non trovo pace.
Una bellissima poesia che la prima volta che la sentii la pensai troppo mielosa. Troppo dolce, troppo zuccherosa. Dopo un paio d'anni l'ho ripresa tra le mani e dico che se l'avessero dedicata a me una poesia del genere sarei stata al settimo cielo, ma credo che valga per chiunque. Una poesia bella, sincera. Sincera nel cuore, libera nei pensieri pesanti di un ragazzo deluso dall'amore, un sentimento dal quale non ti puoi liberare facilmente e che è indipendente dalla nostra volontà. Amava. Ha amato per tutta la sua vita una ragazza che mai ha rcambiato. Ha combattuto per tutta la sua vita non smettendo mai di crederci. Ci ha creduto fino in fondo, la speranza non è morta, ma nonostante tutto l'unica ricompensa è stata vederla in sogno che non lo ignorava come in vita. Una poesia calma, che descrive un posto bellissimo abbellito ovviamente dalla frequente presenza della ragazza, dove ogni cosa ricordava lei. Talmente bella da essere divina. Secondo me si dovrebbe imparare anche da questa poesia, imparare ad essere dolci, a crederci e non arrendersi mai, ad amare con tutto il cuore senza mai stancarsi, liberare i propri pensieri in una poesia d'amore. Oggi come oggi, tutto ciò è raro da trovare.

giovedì 10 febbraio 2011

La triste solitudine


Ciao ragazze!

Oggi rimaniamo sempre con Leopardi, ma ci spostiamo in un lato un po' più triste della sua vita. Si parla de "Il passero solitario", un componimento abbastanza lungo che però ha il suo fascino, dove si descrive un quadro festante di primavera fatto di luci e movimento, ma tuttavia c'è un passero che se ne sta tutto solo in disparte e non fa parte del divertimento e dei festeggiamenti. Come quel passero, anche lui non prende parte della festa, standosene solitario anche sapendo che se ne pentirà un giorno. Leopardi è così, solitario e bravo poeta, purtoppo troppo pessimista che pensa che la felicità si trovi solo uscendone fuori da un dispiacere più grande o nella speranza al futuro. Strane idee tristi e sconsolate che lo rendono una figura cupa e misteriosa, che però si esprimerà molto meglio nei suoi capolavori. Quindi, parlando del passero solitario, specialmente nella prima parte si nota la sua tristezza, che mentre tutti gli uccelli cantano, volteggiano e si divertono, tutta la campagna risplende la primavera, anche gli altri animali sono allegri, c'è un uccello che invece si distacca da tutto ciò, non vola, non canta, non ama la campagna e non si gode il periodo migliore della sua vita, quasi lo spreca a guardare gli altri. Questo suppongo che sia il suo riflesso, il suo carattere riflesso in quello di un innocuo passero che lo rassomiglia. Comunque, lui parla con l'uccello, gli racconta che anche lui non festeggia il giorno che sta finendo come gli altri, che quasi è estraneo al suo paese natio, mentre invece spari e canti rieccheggiano di paese in paese. Lui non gode della spenzieratezza di un comune giovane, ne dell'amore. Lui, è solitario, e guarda la gente vestita per la festa che guarda ed è guardata. Intanto, pensa secondo me alla felicità, perchè rimanda questa serenità a tempi migliori per lui, quindi spera e per lui sperare è un avviso della felicità che arriverà. E guarda anche il sole che cala paragonandolo alla serenità della gioventù che sta finendo oramai. E continua a parlare all'uccello, che lui anche se muore non si potrà pentire di essere come è stato perchè lui è così e la natura lo ha fatto così, ma lui si potrà pentire e quasi si sminuisce perchè la natura non può evitargli di invecchiare, allora quando neanche agli altri importerà più niente di lui, si fa domande su se stesso, di cosa sarà dei suoi anni passati e di cosa ne sarà di lui. Allora non rimarrà altro che pensare al suo passato triste e sconsolato.
Insomma, una poesia che per qualcuno potrebbe essere troppo triste o anche deprimente. Ma ha una sua strana logica, anche se insensata, perchè tutto è concentrato su lui, su ciò che sta facendo e sa già che se ne pentirà. Non è un ragionamento utile, anzi curioso, per questo ti spinge a leggere, continuare a leggere fino alla fine per sapere come andrà a finire, ma la soluzione è sempre quella, il triste destino sconsolato a cui crede di non poter scappare.
Potete trovarla a questo link, http://digilander.libero.it/interactivearchive/leopardi_passero.htm ma non vi assicuro che sarà una poesa allegra, perchè lei è diversa, non pensa all'aspetto estetico e a quello che potrebbero pensare gli altri, pensa al suo assolato dialogo con il passero protagonista, ma in realtà parlerà di se stesso e della sua desolazione che fa intenerire e riflettere su certe cose che a volte sorvoliamo, su certi principi che non affrontiamo. Come magari anche una persona che noi vediamo sola, il mettere a punto le cose che lui ci racconta nelle poesie nella realtà, vedere se magari anche lui, solo ha bisogno di compagnia, pensa di essere perduto e salvarlo da una tristezza o solitudine. A volte anche le poesie possono essere desolate, ma comunque belle.
Magari si trova un divertimento anche li ;)

mercoledì 9 febbraio 2011

Verso l'infinito e oltre


Ciao ragazze!

Oggi voglio parlarvi del mio mito letterario, anzi, mi stupisco di non averlo già fatto approfonditamente. Parlo di una poesia che secondo me chiamarla così non è prorio la parola esatta. Si parla anche di parole, ecco, parole che messe insieme fanno rabbrividire dalla loro bellezza. L'infinito. Una poesia il cui significato va oltre ogni immaginazione. In 15 versi è racchiuso un non so che di unico che, la prima volta che l'ho letto, ho dovto rifletterci perchè sebbene l'italiano antico, il significato apparente era bello, ma sapevo che c'era qualcosa di più, oltre il foglio, oltre le lettere, e con la mia fantasia ci sarei arrivata. E' stato così infatti, mi hanno aiutato a capire anche i "quella" e "questa" che indicavano rispettivamente l'astratto e il concreto, l'infinito parallelo e il reale, ciò che stava accadendo in quel momento. Un colle colitario che è sempre stato caro a lui, che raggiungeva dai giardini del suo palazzo a recanti, il monte Tabor. Poi c'è la siepe, elemento fondamentale che sta in mezzo all'orizzonte, impedisce di vedere dopo e quindi da il via all'immaginazione più completa, ed è da qui che parte tutto. credo che forse c'era apposta la, la siepe.... no dai, freno alla troppa fantasia, torniamo a noi. Quini, lui si sofferma e contempla, il profondissimo silenzio e quiete che invece si è immaginato, sovrumani.. E per poco, il cuore non si smarrisce. e non appena sente il vento tra le piante, quindi la calma interrotta da queste parole "ventose", le confronta appunto a quel silenzio e a questa voce. E arriva l'eterno, le stagioni morte e cioè il passato e il presente, di cui si sente il suono. E in questo mare d'immensità annega il suo pensiero, ma per lui è un bel piacere, navigare in quel mare, un senso di dolcezza. Uau. Terminata. Lui è tornato (presuppongo) in un posto che è stato la sua infanzia, e ricorda, ricorda anche cosa sarà. =D Un silenzio, un silenzio che porta lontano e quasi fa girare la testa, parole strane che mai sarei riuscita a scrivere, parole Leopardiane. Bellissima veramente, vi consiglio di leggerla, un link dove potete trovarla è http://www.liberliber.it/biblioteca/l/leopardi/l_infinito/html/infinito.htm
Saranno solo pochi minuti, pochi minuti per volare ;)

martedì 8 febbraio 2011

Se fosse, ma non è


Ciao ragazze!

Scusatemi tanto, ma fra malattia, assenza di tempo e materiale proprio non sono riuscita a scrivere. Allora, cominciamo dal passato. E per passato intendo '300 circa. Stiamo parlando di un'autore divertente, Cecco Angiolieri con "S'i fossi foco", un componimento non troppo lungo, abbastanza bello e simpatico, oserei dire quasi di una ribellione interiore dell'autore contro il mondo e le sue ingiustizie. Sempre con lo stesso inizio, con un italiano antico spiega perfettamente la sua idea del mondo, dei suoi abitanti e come lo vorrebbe, cosa farebbe se fosse fuoco. Insomma, lui parla che se fosse fuoco lo brucerebbe, acqua lo annegherebbe, vento lo tempesterebbe, se fosse Dio, lo farebbe sprofondare e se fosse papa, cioè giocondo, prenderebbe in giro tutti i cristiani e se fosse imperatore farebbe tagliar la testa a tutti. Se invece fosse Cecco, e lo è, si prenderebbe tutte le belle ragazze, e le vecchie e zoppe le lascerebbe agli altri. Questo "S'i Fosse", se fosse, ma non lo è. Basato sul futuro che non arriverà mai, immagina u mondo impossibile e tutto concentratu su di lui e sulla ribelliocone contro di esso che ora è tanto ingiusto. personalmente trovo questo componimento diverso da tutti gli altri, bello, fresco e originale, mi piace il suo modo di essere e scrivere, il suo modo di fare "satira" in poesia. Ho letto questa poesia con un sorriso, pensando alla situazione attuale e come sarebbe se quella poesia fosse concentrata sull'attualità. Chissà per me quanti "S'i fosse" ci sarebbero stati...
perchè infondo quando si legge una poesia ci si impersona nell'autore, nei suoi sentimenti e questo dipende anche dal modo in cui è scritta, dalla sua chiarezza. Ci si mette anche nei suoi ideali, si confrontano con i nostri e tutto mentre la si legge, perchè è tutto nella nostra mente e tanti pensieri ci affogano, tante belle frasi "potenti" ci abbattono in mille idee. Ed infine, semmai dovessimo rileggerla una seconda volta, proveremo a paragonarla all'attualità, tramutata nel presente e non nel passato di quei giorni lontani in cui è stata scritta. Tutto questo e tanto altro a me succede, succede nella mia testa e per questo mi piace leggere, leggere bellissime poesie. Ma questa non è tanto concentrata sulla poetica e sul bellissimo. Mi pare più concentrata sul me, sul come sarebbe e sul "sei d'accordo con me?". Non vi pare? Sarà. Comunque è molto carina, potete trovarla in questo link http://www.filosofico.net/poesiacecco8732135.htm

Vi aspetto, sono curiosa di sentire la vostra ;)

sabato 15 gennaio 2011

Una guerra di paura


Ciao ragazze!

In questo periodo ho voluto cercare delle poesie di Ungaretti molto belle che raccontano esperienze cruente della Prima Guerra Mondiale da lui vissute. Ne ha fatte un bel po', raccolte in "L'Allegria" Mondadori. Nelle sue poesie si nota la sua struttura instrutturata perchè esce fuori da schemi e metriche, lasciando libero spazio alla sua penna, che siano due, che siano quattro parole, pur di scrivere e far sentire il suo struggimento ed emozioni di una triste guerra.
Iniziamo però dalla più vecchia delle sue poesie riguardanti la guerra, Veglia. Poche parole, come è tipico fare di Ungaretti, poche che rabbrividiscono e par di sentir percorrere il gelo nella schiena, il dolore cruento e macabro di un compagno che non c'è più, congelato anch'esso ma privo di vita. Certo, un tema triste e crudele nei confronti della vita, lui fa sentire in tutti i suoi componimenti la presenza della sua consapevolezza di caducità della vita, del sapere che anche lui potrebbe morire da un attimo all'altro. E gli ultimi versi, "non sono mai stato tanto attaccato alla vita" io li interpreto come una specie di preghiera, che fino ad allora non aveva mai pensato al vero valore della vita, finchè non si è ritrovato faccia a faccia col problema di perdrla una volta per tutte. "penetrata nel mio silenzio" che frasi agghiaccianti, le sensazioni di vedere il compagno così, accanto a se penetrano profondamente nel suo animo desolato. Ricorda tantissimo il splendido romanzo "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Remarque in cui si nota proprio questo senso di fratellanza e dispiacimento, ricordando anche un po' quella "fratelli" che ora affronteremo.
Ovviamente, essendo un autore ermetico le mie sono solo ipotesi e sono ben lieta di accogliere le vostre, come sempre =)
Fratelli. Una parola semplice e di fratellanza, che rappresenta la forte amicizia e senso di fraternità fra delle persone sebbene non lo siano di sangue. Io interpreto i primi versi come se stesse parlando al nemico, stanco per la guerra e speranzioso di trovare qualcuno che sia del suo stesso umore, che risponda alla sua chiamata finale di "fratelli". Oppure parla a qualche suo collega, che incontra e chiede chi sia, per identificarlo... I versi centrali sono difficili da decifrare, come se quella parola sia timida nella gelida notte, timida come una foglia appena nata, tenera e come simbolo di una nuova era. Un respito, un'affanno lacerato da intense sensazioni di dolore, contr una rivolta involontaria ed inutile dove la vita dell'uomo è posta inutilmente in pericolo, fragile. San Martino del Carso. Una paese devastato dalla guerra che lui visita, e nella sua desolazione rivede la perdita dei suoi cari, paragonando quel paese a suo cuore ancora più straziato. Di quelle case non è rimasto nulla, ne i suoi cari che erano come lui, nessuno, e nel suo cuore si infliggono le loro croci e non ne manca neanche una, la dove vede riflesso nel suo cuore quel povero paese come tanti.
Soldati. Piccola. Unica. Quattro versi dove c'è solo una silimiltudine a cui è appoggiato tutto il senso del componimento, ciò che veramente sono portati a fare i soldati al fronte, l'unico vero esito di quelle inutili guerre. Gli uomini come foglie, l'autunno (il nemico) che li spazza via come vento, come se nulla fosse, come se una fosse uguale all'altra. E si avverte questo suo senso di pericolo e di consapevolezza dei fatti, uno struggimento di un soldato come probabilmente molti altri. Un poeta al fronte.
Poesie belle, significative che subito mi hanno colpito ed il fatto accentuato in cui la poesia si percepische proprio chiusa, e ci si deve sforzare per poterla capire. Belle. Voi che ne dite?