Eccomi qua...


Sono una teenager, una ragazza semplice a cui piace lo sport, l'essere attivi e sprintosi. Sempre.

Io spero che frequentiate questo blog, come una sorta di punto di riferimento in cui troverete anche una mano d'aiuto, se necessario. ;) Ciò che pubblicherò, sarà frutto della mia passione per la letteratura e per l'originalità, la libertà di esprimere il proprio parere ed un pizzico di fantasia... e ne ho tanta! :o)

Grazie =)

venerdì 24 dicembre 2010

Un traguardo felice


Ciao ragazze!

Oggi parliamo dello stesso Montale, di cui abbiamo precedentemente parlato. Questa volta con un componimento diverso, in cui secondo l'autore la felicità è spesso raggiungibile ma è anche vero che basta un leggerissimo urto per spezzarla. Stiamo parlando di "Felicità raggiunta", composto da due sole strofe significative. Nella prima stofa racconta di quanto possa essere fragile la felicità, che quasi non vale la pena raggiungerla. Ma, dico io, se è la vera felicità perchè mai dovrebbe essere tanto preoccupante il solo raggiungerla? Non dovrebbe essere un sollievo parlando della Felicità?! Ma come sempre esstono mile modi diversi di pensare e questa poesia rimane comunque affascinante. Nella prima strofa parla del raggiungimento della feicità paragonandolo al camminare su una lama, e a una lastra di ghiaccio che al solo tocco s'incrina. E quindi, giunge alla conclusione dell'effimera felicità, il quale non vale la pena di tanta paura raggiungerla. Effimera significa nella zoologia un insetto che dura un solo giorno, quindi non vale la pena raggiungere una falsa felicità che dura poco, che si è tanto premurosi nel custodirla ma tanto se ne andrà presto. Ed allora potrebbe crollare la mia precedente teoria, ma non del tutto. Parlando invece della seconda strofa, racconta la felicità come portatrice di profonde emozioni alle anime invase di tristezza , e come un'illuminazione lei sorge in un mattino di speranza, facendo una metafora come i nidi sotto le cimase, anche se non ho ben capito cosa c'entri =P
Ma, sebbene lei sia illuminatrice delle anime tristi, niente riesce a consolare il pianto diun bimbo a cui è scappato il pallone nelle case. Quest'ultima metafora è stupefacente!! A me ha colpito tantissimo nel cuore, il suo, non so, estraniarsi dalla poesia con un verso comune a tutti ma pur attinente allo spririto astratto del componimento. Argh! Vedete, queste osservazioni vengono dal cuore, dal solo leggere e volare con una semplice poesia che infondo è fatta solo di parole, parole che ci portano più lontano di quanto si pssa immaginare, il tutto su un foglio di carta. Bene, tornando al componimento non ho neanche capito perchè la felicità non dovrebbe portare il bambino a cui è sfuggita la palla a sorridere speranzioso. Forse perchè la felicità non è fatta per simili inezie e serve per ben altro, per quello poteva riuscirci il bambino con il suo cuore? No, non penso, la felicità c'è per tutti e per tutto. Forse perchè quella falsa non è in grado di svolgere simili compiti? Perchè è troppo corta per riuscirci?
Bah, che pazzia. Non serve a nulla, tanto non lo saprò mai e non vale la pena di impazzire per questo. Forse era solo un semplicissmo paragone tipico dell'ermetismo. Già, la poesia ermetica è proprio chiusa, ma aperta a tante possibilità, essendone chiuso il significato vero. Però questa poesia mi affascina ed è molto carina, semplice e coincisa come l'altra. Lo stile di Montale mi piace, mi incuriosice assai.

Un mare di vento


Ciao ragazze!
Oggi voglio affrontare con voi una poesia che richiama il vento in tutte le stagioni nella mia terra, la Sardegna. Maestrale. Di Montale, questa poesia racconta del vento che s'infrange sul mare, ogni onda spumeggia dalla carezza del vento, tempesta, calma, tempesta, calma... questo continuo alternarsi tipico dell'imprevedibile mare nella poesia Montale lo paragona alla sua vita turata, l'alternarsi di emozioni forti e deboli. Bellissima poesia che mi richiama tantissimo il mare d'inverno quando a piedi scalzi la sabbia umida mi solletica i piedi, il vento mi scompiglia i capelli e le onde vanno avanti ed indietrosenza mai stancarsi, scombussolate dal vento volento che s'infrange su di loro a volte forte a volte piano, accarezzando il mare azzurro. E mentre tutto questo trambusto fa spettacolo nella spiaggia, le cime delle palme si muove appena nei giardini, negli orti, e anche questo mi richiama la mia terra. Prima ho detto che mi ricordava il mare in inverno. Sapete perchè? In estate qua, il mare non è tranquillo sebbene mosso dal vento, ma continuamente invitato a giocare da bagnanti. La spiaggia è tutta colorata da ombrelloni e la sabbia cocente è il "cemento" di tanti castelli. Perciò la calma necessaria ad osservare il vento e il mare lascia il posto al divertimento, aspettando in inverno, appena farà più freddo.
Questo componimento mi piace perchè c'è un po' di mio, ma torniamo a noi =') Tre bellissime strofe rappresentano e rivelano una tendenza particolare del poeta, e cioè quella di mettere la sua vita del suo mondo interiore nella descrizione di un paesaggio anche comune.
Ops, scusate, sbadatamente non mi sono accorta di non aver letto le successive strofe del componimento, ma analizziamo queste tre. Abbiano rime, alcuni termini oramai in disuso e non una metrica precisa. A me piace troppo questa poesia, ma volgio come sempre sentire il vostro parere! ;)

A presto

mercoledì 22 dicembre 2010

Quasi una moralità


Ciao ragazze!
Oggi voglio affrontare una poesia breve, come ultimamente sto facendo perchè stiamo parlando dello stesso periodo: il novecento. Ho scelto questo titolo di post perche sono convinta che non esista titolo più efficace, più specifico... per questa poesia. Stiamo parlando di Saba, del suo componimento Quasi una moralità. Sedici versi, raccontano una scena e d'improvviso cambiano argomento, parlando di tutt'altro.
Quindi, la prima parte racconta di lui, che "prodigo" getta senza misura becchime per dei passeri che se ne cibano. Immobile, per paura che se ne vadano, legge nei loro neri occhietti un segno di gratitudine. La seconda parte, e parliamo dello stesso componimento, raccomanda a un fanciullo che, anche se hai sbagliato, sofferto, esite ancora la "Grazia" e cioè la bontà che da' senza nulla chiedere, e poi che tutti noi, tutto il mondo ha bisogno d'amicizia. Innanzitutto potremmo notare che Poli (il suo vero nome, sotto lo pseudonomio Saba) usa nel componimento parentesi e caratteri maiuscoli. Le parentesi, un segno d'originalità, contengono osservazioni ancor più personali che quasi spiegano l'avvenire, mentre i caratteri maiuscoli sottolineano fortemente il suo bisogno di esprimere il modo di pensare. TUTTO IL MONDO. beh, direi che è una poesia molto chiara e semplice, anche se non riesco a darmi una spiegazione ne per il titolo ne pe la storia delle due differenti parti nella stessa poesia. Penso che per quest'ultima esista un'ipotesi che ho fatto, che magari l'amicizia è collegata alla generosità e queindi gesto amichevole che ha avuto con i passeri. Altrimenti, voglio sentire le vostre ;)
Dicevo, moralità vuol dire "conforme alla morale" quindi spiegazione del tutto, morale della favola, e quasi una moralità potrebbe voler dire che ha quasi raggiunto la morale della poesia, o del fatto che racconta nell poesia, o della sua stessa vita. Quasi una moralità, quasi raggiunto la moralità che c'è.
Bah, ci ho ragionato ma vorrei qualcosa di più concreto, un pezzo di puzzle che ci stia meglio di quello che ho proposto io. Voi ne avete? Metteteli un tavola!
Quando ha scritto questa Saba era affetto da una malattia e ha voluto scrivere questi versi per dare un messaggio di saggezza ( la saggezza che ha avuto lui nell'essere generoso con gli uccelli), di bontà e speranza rivolti all'amicizia a cui non si può fare a meno, se è vera. Per questo, abbiamo aggiunto nella nostra tavola altri indizi che forse cambiano la mia ipotesi precedente del "pezzo di puzzle". Hai, hai, che guaio! E' proprio complicato, ma forse l'autore voleva proprio questo, il mistero ;)
Un mistero che non verrà mai svelato, un mistero che non appartiene all'Ermetismo, che si distacca, facendo una cosa a se.

martedì 21 dicembre 2010

Luna indifferente


Ciao ragazze!

Oggi voglio affrontare un componimento rivolto alla pallida cmpagna dei nostri sogni. La luna. Come anche Leopardi, Quasimodo vuole dedicare una poesia a codesta amica che da sempre ha appassionato l'uomo, la dall'alto ci vede e non possiamo nasconderle nulla, nemmeno i sogni. E' difficile scrivere qulcosa per lei, essendo un bellissimo soggetto da usare nella propria poesia, usato a volte, non così tanto frequentemente, per me è un soggetto veramente unico e speciale. Noi la conosciamo appena, ne scorgiamo notte per notte la luce tonda che pian piano aumento o diminuisce, mezzaluna, ma tanto basta per affascinarci. Elegia. Il significato richiama la nostalgia. Pochi versi, che raccontano della luna indifferente quando "ogni cosa corre senza luce alla morte". Versi che fanno rabbrividire, versi che parlano della luna che tutto ha visto, la morte di tutti, che ogni giorno torna a volgersi verso nord, che continua il suo cammino come se nulla fosse la gelida messaggera della notte. La luna è la musa ispiratrice che però poco compare, più che altro racconta delle cose che ha visto, delle cose che fa e che farà. La luna, una mia amica fedelissima e lucente, lo specchio del Sole (così mi hanno sempre detto) che riflette luce bianca. Madre di tutte le stelle, compagne di tutte noi. L'uomo è riuscito a raggiungerla, anche li è riuscito a mettere piede e metterci un po' di suo. Ma come tutti noi, lei ha una faccia che non fa mai vedere ha nessuno, nan la farà mai conoscere agli altri, sempre che l'uomo non riesca ad arrivare anche li. Una poesia ermetica e semplice, versi speciali e unici con uno stile molto chiaro. La faccia della luna che non si prostra mai ai nostri occhi mi ha sempre incantata. Splendidamente misteriosa, un po' come ognuno di noi ha un piccola parte di se stessa che vuol nascondere, forse dove è nascosta la sua vera personalità.

domenica 12 dicembre 2010

Qui


Ciao ragazze!


Per chi volesse scrivermi, segnalarmi o chiedermi, sono disponibile al seguende indirizzo, esclusivamente a questo:



ok? baci =)

Un tipo di poche parole xD


Ciao ragazze!
Oggi voglio parlare di un autore particolare, ermetico e sopratutto.... sintetico! Come forse vi ha già annunciato il titolo, si parla di Ungaretti. Mattina, Una colomba, Sera... tutti titoli di frasi-poesia. Lo so, è particolare, all'apparenza totalmente pazzo e assurdo, ma andando a fondo, viaggiando con il solo mezzo che l'autore ci da, cioè poche semplici parole, si può vedere oltre, oltre tutto e più in la, con le ali fatte di lettere, si può vedere cosa l'autore intendeva dire, un significato nascosto che solo lui sapeva, ermeticamente chiuso nel suo cuore, che ora noi possiamo vedere, ma solo se abbiamo un cuore che vuole vedere. L'aurore ha scritto queste poesie per chi avrebbe saputo leggerle. Per chi avrebbe saputo coglerne il vero significato. Uscire fuori dal classico, fuori da metrica e figure rettoriche, versi e strofe chiusi. No. Lui ha scritto un solo verso, per quanto riguarda Mattina e Una colomba, un solo verso senza punto, senza fine, illimitati. Parole, parole, parole. Critici letterari e persone esperte in questo campo hanno detto tante parole, di cui forse non sapevano nemmeno il significato. Chi suppone, chi dice, chi afferma. Invece, non c'è bisogno di una conferenza per capire uno, dico un verso. Sebbene loro servano, certo, per coloro curiosi che vogliono scoprire tutte le ipotesi posibili. E' bello confrontarsi.

Una colomba. Questa poesia " D'altri diluvi una colomba ascolto " curiosa certamente, non ha ne' virgole ne' punti. E' libera, bella. D'altri diluvi vuole significare il diluvio universale; una colomba il messaggio di pace e di speranza; ascolto fa riferimento ai ricordi. Ovviamente, tutte ipotesi. Ma richiama all'idea una colomba, bianco candido, che con il suo leggiadro e quasi sordo svolazzare nel cielo, pensando ai diluvi precedenti che l'uomo ha avuto per i propri peccati, quindi richiamando all'idea del ricordo il peccato umano e guardando il presente con una colomba, semplice e comune simbolo speranzioso.

Mattina. Invece "M'illumino d'immenso" è un po' più corta e strana. ma, allo stasso tempo... piena. Immenso. Chi dice che si stesse riferendo a se stesso, chi invece l'io narrate crede che sia la mattina. Propenderei più per il soggetto Ungaretti e non Mattina. Cioè, si, dal titolo si apprende che l'argomento è la mattina, ma non lei che parla, secondo me, ma lui che, in un nuovo giorno, all'alba, ha voluto descrivere con due parole (letteralmente XD) la sua sensazione indescrivibile di pienezza, vedendo albeggiare il forte sole, si illumina di una luce forte e immensa. perchè forse era abbagliante, o in un cielo privo di nuvole e quindi infinito. Tutte mie ipotesi, chiaramente. La prima volta che la sentii, pensavo fosse solo il titolo. La menzionò la prof. e tutti silenziosamente attendevano il resto, ma con un sorriso disse "finita". Muti. Tutti ammutoliti dal fatto che apparentemente una cosa così sciocca potesse essere diventata pure famosa, e addrittura nei libri di letteratura. Ma recentemente, avendola affrontata di nuovo mi sono accorta che mi ero sbagliata.
Hihihi, forse l'autore temeva che il titolo di questi componimenti fosse più lungo del componimento stesso!! E di certo ha fatto contenti molti alunni, nello studiare a memoria questi romanzi di poesie... =P
Tornando a noi, forse ho parlato di più per queste semplici poesie che per le altre un po' più lunge. =)
Beh, non vi scrivo link perchè le ho già scritte ricordandomele a memoria (sai che fatica XP) però, leggetele. Leggetele col cuore, e con le ali di una Poesia. ;)

domenica 5 dicembre 2010

Un tag di Preferenze

Una nuvola di tag su tutto il testo pubblicato precedentemente "Poeti e Preferenze"


Poeti e Preferenze...

Ciao ragazze!
In ansia per la verifica orale di letteratura di domani, ho finito di studiare x la seconda volta e per distrarmi ho pensato a voi. Cosa potrei fare per le mie lettrici? Ma certo, un sondaggio. Ecco, fra quelli che vi ho proposto e quelli che già conoscete, volevo creare un sondaggio sugli autori preferiti di tutte noi. I miei? Eccoli...

  1. Leopardi: le sue poesie magnifiche che fanno sognare, ti donano un paio d'ali parola dopo parola, e ti isegnano a volare verso vette lontane dalla terra, dalla realtà, dove, tra le nuvole, sono nascosti per il lettore dei significati da brivido... verso L'INFINITO

  2. Pascoli: dei componimenti splendidi come X AGOSTO che fanno piangere, piangere di gioia, piangere di dolore. Piangere per delle poesie che non pensavamo di poter mai leggere. Proprio in quella appena citata troviamo dei versi soprannaurali che fanno rabbrividire, "e restò negli occhi aperti un grido"....

  3. Cardarelli: un magnifico mago capace di fare il giocoliere con le parole, trapezzista con i significati e le magie con le poesie. La sua bacchetta? una penna. Basta. Basta per dire che è riuscito, con due soli componimenti, a farmi... non lo so, mozzarmi il fiato. Descrive le stagioni, due, e io adoro tantissimo quando si descrivono le stagioni, perchè anche se è il soggetto più comune, è anche quello meno usato. In ESTIVA si boccheggia, la solarità di questo componimento caldo e giallo. Mentre in OTTOBRE racconta dalla prte di un uomo che ha già vissuto la sua vita, che stanco ormai vede ottobre come un mese stanco quanto lui e calmo, mentre davani agli occhi gli passano delle foglie che sono giunte al termine della loro vita e che fluttuano leggiadre e secche nel loro paradiso; il vento.

  4. Carducci: che dolce e affranto poeta ormai esausto di vivere una vita priva di senso. Dopo la perdita di Dante, il suo piccino pargolo, nulla ha più senso per lui, e lasciandosi andare passa parola alla mano, che su un foglio bianco si muove con la penna, scrivendo dal suo cuore le frasi più dolorose. Quanto è doloroso perdere il prprio figlio? Un dolore incomparabile che non si può descrivere. Un doloreillimitato. E lui, con una sola penna e tutta l'amarezza possibile ormai segnata nel proprio cuore, riesce a SCRIVERE ne IL PIANTO ANTICO con parole limitate, un'emozione illimitata. E cruenta. Ci vuole coraggio, lacrime, dolcezza. Pochi, o nessuno, sa fare una cosa del genere, così impossibile. Descrivere il prima e l'adesso con parole semplici, serene. Sebbene stia descrivendo la scomparsa della sua ragione di vita. Solo al pensiero il mo cuore si appesantisce, i miei occhi piangono e le mie mani tremano. Al leggere, sorrido amaramente. All'essere dalla sua parte, non riesco a immaginarlo.


E voi? cosa n pensate, cosa provate nel leggere la poesia del vostro mito letterario? =''))

sabato 4 dicembre 2010

Una tristezza incomparabile


Ciao ragazze!

Il melograno, una pianta simbolo della vita, rigoglioso e pieno di vitalità, un rosso vivo e dolce mescolato ad un folto verde speranzioso, con la bellezza innata di specialissimi fiori che sbocciano come un gesto rassicurante...

Proprio come Carducci ne "Il pianto antico", dove descrive un dolore sconfinato per la perdita del figlio, morto in tenera età, dove ricorda con rimorso il melograno in cui loro trascorrevano del tempo, in mezzo alla natura con una poesia magnifica in cui descrive questo scorcio della sua vita con sicuramente un dolore nel cuore affilato come una lama, ma lui, è riuscito a "raccontarlo" con termini sereni, dolci, rivolti a Dante, il piccolo bimbo. Infinitamente toccante, questo componimento commuovente e dolcissimo.... gli ultimi versi sono incerdibili, una magia, che nel suo incanto fanno sprofondare dal dolore anche il lettore. Mettono i brividi, verso dopo verso, il mese di giugno in un silenzioso orto in cui il bimbo tende la mano per cogliere il melograno. Tutto rinverdisce nella magia di calore e tranquillità estiva. Carducci arriva persino a dire che la vita è inutile, senza il figlio che la riverdiva di gioia. E' agghiacciante e magnifca questa poesia che supera molto di più il termine stesso, e arriva dove nessuno può arrivare.


venerdì 3 dicembre 2010

Una verde pioggia

Ciao ragazze!


Oggi vi propongo una poesia in tema con le continue piogge che frequentemente cadono dal cielo ormai in clima natalizio.... D'Annunzio in "La pioggia nel pineto" dove lui e la sua amata, Ermione, e vengono sorpresi da una pioggia mentre camminavano in un verde paesaggio boschivo, e la leggera musica delle gocce, ad una ad una, che sbattono leggiadre sulle foglie pare come un invito per i due amati a far parte della vegetazione. Come una trasformazione, loro sentono come un diventare parte integrante della vegetazione. Fresca. Taci. Parole significative, piccole come una goccia che quasi si sente lo sgocciolio continuo e le verdi foglie fresce attorno al lettore. Ma la parte più curiosa è che si parla di due innamorati, in un paesaggio così suggestivo e insolito. Ascolta. Prole così semplici che descrivono perfettamente questa poesia forse un po' più lunga delle altre, ma decisamente speciale!
D'annunzio, generalmente macabro e particolare, con un linguaggio enfatico, fastoso ricorre solitamente a ritornelli e termini ormai in disuso. Usa "immagini" legate ad una "musica" che scorre nella sua penna, che scrive nel suo foglio bianco.... quasi cantando!! Lui, sempre alla ricerca delle parole giuste così eleganti e raffinate... Insomma, D'annunzio è speciale perchè è come una sorta di anello fra il nuovo ed il vecchio, sebbene non sia proprio il mio autore preferito, ma bensì... beh, ne parlerò nel prossimo post ;)

Un consiglio in link




Ciao ragazze!

Per le appasionate di moda, ho da proporvi per voi questo blog modaiolo seguito da me e un'altra teenager! Ora è in "allestimento" ma fra qualche tempo potrete leggere commenti sull'attualità stilistica del mondo della moda e dei suoi affascinanti colori!

;)

giovedì 2 dicembre 2010

Immagine xD


Ciao ragazze!
Nel web ho trovato questa simpatica immagine che potrebbe attribuirsi al precedente argomento affrontato, quello dell'indovinello veronese. Ma è troppo carina! E faccio i complimenti a chiunque l'abbia inventata =)
? & !

Un indovinello curioso


Teneva davanti a sé i buoi

-le dita della mano

arava i bianchi prati

-le pagine bianche del foglio o di un libro

e aveva un bianco aratro

-la penna d'oca, con cui si scriveva prima

e un nero seme seminava

-l'inchiostro, con cui si scrivono le parole


Questo indovinello è stato trovato scritto su una pergamena o su le pagine di un libro (le versioni sono varie) e si dice che sia un indovinello dal doppio senso come spiegato su. Scritto in volgare italiano, si dice che questa sia la spiegazione logica di ogni verso e io non era riuscita a trovarla quando l'avevano proposto a me. Curioso, no? Lo so, non è una poesia come sono solita a proporvi. Ma è una questione curiosa che riprende un'argomento trattato in passato nel post "Poesia" ... e cioè, chi veramente afferma che questo indovinello fosse rivolto a questa versione, o chi veramente afferma che ci fosse davvero un doppio senso? hihihi, cioè è strana cme situazione, perchè comunque è una soluzione strabiliante e sembra proprio fatta apposta, ma a volte è necessario guardare le cose anche in un verso divers, dagli occhi degli altri, dagli occhi dello scrittore, per poter confrontare e dedurre. E questo vale anche per la vita, per le cose che ci capitano tutti i giorni. Saper vedere le cose "dall'altra campana" come si suol dire, cercare più soluzioni per arrivare ad un fatto. Però molti si soffermano superficialmente nelle cose, spesso sbagliando. Ed è qui che volevo arrivare tramite l'indovinello, questo vi volevo dire: nessuno può accertare qualcosa se non colui che l'ha scritta, e per cioò bisogna essere capaci, nella vita di tutti i giorni, ad avere la mente aperta a più spiegazioni. Così si arriva ad una soluzione concreta. O, per lo meno, che gli si avvicina xD

mercoledì 1 dicembre 2010

L'amore sul bianco


Ciao ragazze!


Beh, l'amore, musa ispiratrice di innumerevoli poeti e autori. La donna, l'amore che si prova per essa, per i suoi modi di fare, per la sua bellezza... già, ci criticano tanto e non possono fare a meno di noi ;op
Comunque, l'amore è sempre stato rappresentato in moltissimi modi diversi in ogni poesia, perchè nessuno provava l'amore dell'altro per la propria donna. L'amore è un sentimento speciale, che fa soffrire e talvolta viene rivolto a te. Un mistero divino che non sarà mai svelato, l'oscuro sentimento le cui ragioni sono celate. Chi dice di sapere, chi no, ma nessuno ci dirà mai "è giusto così!" perchè nessuno potrà mai sapere la verità di questo astratto che... non si tocca! Eppure talvolta ci fa soffrire, soffrire e ci torura, quotidianamente, una sfilza di dolore che proviene dal cuore, l'organo per il quale l'amore nasce ed esiste. Ma chi è fortunato e prova l'amore per la persona giusta, allora si che ti par di volare giorno dopo giorno, dimenticandoti di essere per terra e nella realtà. Quante poesie esistono sull'amore? Problema irrisolvibile. Enigma enigmatico. C'è chi è dolce e mieloso come Petrarca in "chiare, fresce, dolci acque" e chi invece ironico come Gozzano in "la signorina Felicita (ovvero la felicità)"; chi invece addirittura macabro come Tarchetti in "memento", chi come Lentini descrive la sua opinione sull'amore e chi loda la sua donna come Guinizzelli in "Io voglio del ver la mia donna laudare" o chi persino troppo pesante con le metafore, ma non ricordo ne' autore ne' titolo, solo un verso "la barca d'avorio naviga nel mare dorato" ... Insomma, è davvero difficile scegliere, tanto che forse l'originalità in questo campo è davvero rara. Ma oggi, mantre sfogliavo un libro di poesie anche d'amore, il mio sguardo è caduto su di una, piccola, bella, speciale. L'immagine ad essa accompagnata era semplice e significativa, ma il contenuto lo era di più. Forse non aveva bisogno d'immagini... Bertolucci, "la rosa bianca" di dieci piccoli versi, ed il mio sguardo era capitato nel posto giusto. Ora, è veramente difficile, quasi impossibile trovare la migliore, e lo è altrettano scriverne una. Certo, sarebbe più facile descrivere una penna, ( XD ) perchè almeno il mondo non trabocca di queste poesie, ma l'amore, che bel sentimento eh?





La rosa bianca, Bertolucci : http://www.club.it/autori/grandi/attilio.bertolucci/poesie.html