
Ciao ragazze!
Oggi voglio affrontare con voi una poesia che richiama il vento in tutte le stagioni nella mia terra, la Sardegna. Maestrale. Di Montale, questa poesia racconta del vento che s'infrange sul mare, ogni onda spumeggia dalla carezza del vento, tempesta, calma, tempesta, calma... questo continuo alternarsi tipico dell'imprevedibile mare nella poesia Montale lo paragona alla sua vita turata, l'alternarsi di emozioni forti e deboli. Bellissima poesia che mi richiama tantissimo il mare d'inverno quando a piedi scalzi la sabbia umida mi solletica i piedi, il vento mi scompiglia i capelli e le onde vanno avanti ed indietrosenza mai stancarsi, scombussolate dal vento volento che s'infrange su di loro a volte forte a volte piano, accarezzando il mare azzurro. E mentre tutto questo trambusto fa spettacolo nella spiaggia, le cime delle palme si muove appena nei giardini, negli orti, e anche questo mi richiama la mia terra. Prima ho detto che mi ricordava il mare in inverno. Sapete perchè? In estate qua, il mare non è tranquillo sebbene mosso dal vento, ma continuamente invitato a giocare da bagnanti. La spiaggia è tutta colorata da ombrelloni e la sabbia cocente è il "cemento" di tanti castelli. Perciò la calma necessaria ad osservare il vento e il mare lascia il posto al divertimento, aspettando in inverno, appena farà più freddo.
Questo componimento mi piace perchè c'è un po' di mio, ma torniamo a noi =') Tre bellissime strofe rappresentano e rivelano una tendenza particolare del poeta, e cioè quella di mettere la sua vita del suo mondo interiore nella descrizione di un paesaggio anche comune.
Ops, scusate, sbadatamente non mi sono accorta di non aver letto le successive strofe del componimento, ma analizziamo queste tre. Abbiano rime, alcuni termini oramai in disuso e non una metrica precisa. A me piace troppo questa poesia, ma volgio come sempre sentire il vostro parere! ;)
A presto
Link per Maestrale, Eugenio Montale: http://rimesparse.ilcannocchiale.it/2006/07/06/maestrale_eugenio_montale.html
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